DL OBBLIGO VACCINALE

DL Obbligo vaccinale, no alle pericolose distorsioni di una legge che deve tutelare i malati ma non certo crocifiggere gli infermieri. Utilizzare lo smart working per impiegare temporaneamente i colleghi non vaccinati

Cari colleghi,

il Decreto sull’obbligatorietà vaccinale per dli operatori sanitari è stato adottato , pur non essendo, a nostro parere necessario, dal momento che già competeva, e compete alla buona capacità organizzativa di un’azienda , i saper adibire ad attività differenti i sanitari non vaccinati utiizzandoli nell’ambito delle proprie funzioni.

Ciò premesso, anche se parliamo di un provvedimento che si presenta equilibrato sotto il profilo del diritto, seppur con riferimento esclusivo, ovviamente, alle procedure di garanzia in esso previste, dove l’eventuale privazione del compenso potrebbe giungere solo come estrema ratio la sua applicazione cela aspetti complessi che meritano di essere analizzati con calma e raziocinio.

Nello specifico vorremmo evitare di trovarci di fronte un Azienda Sanitaria che dimostri di non aver compreso il senso del disegno di legge e ne facciano un uso improprio. Non si alzino in alcun modo polveroni e non si minaccino ritorsioni nei confronti degli operatori sanitari, quando invece la norma mette nella condizione di impiegare differentemente quelle poche unità interessate, dirottandole su funzioni diverse non a contatto con i soggetti fragili, in modo da tutelare da una parte i malati, dall’altra l diritti dei singoli sanitari.

Chiediamo che l’Azienda impieghi quindi i colleghi non vaccinati, nel rispetto della legge, prioritariamente nelle attività di smart working e/o in attività che tengano conto delle loro personali competenze e declinazioni.

Guai ad assumere quindi atteggiamenti non equilibrati persecutori, screditando il sacrificio quotidiano degli infermieri che combattono in prima linea e distogliendo l’attenzione da problematiche ben più gravi.

Non vorremmo mai che il polverone sollevato nel recente passato da alcune amministrazioni intorno alle scelte personali degli operatori sanitari, fosse destinato più che altro a sviare l’attenzione pubblica da vicende scabrose, come ad esempio quella dei 60 milioni di mascherine non a norma.

Insomma, chi ci dice quanti sono, tra le migliaia di colleghi che si sono ammalati sino ad oggi svolgendo il proprio lavoro, quelli che hanno contratto il virus proprio a causa di questo pericoloso atteggiamento di scarsa attenzione verso ciò che doveva essere il fondamentale mezzo da utilizzare per la loro ed altrui protezione ?

Chiediamo all’azienda di individuare tutti gli strumenti organizzativi adeguati per impegnare il personale non vaccinato, che per altro rappresenta una sparuta minoranza rispetto alla grande massa ,senza ledere la loro dignità ,come la legge prevede.

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